domenica 9 novembre 2008

Napoli, la Gaiola.
























Questo mio primo post è della serie: 'Quanto conosci la tua città?'
Pur abitando in provincia, conosco abbastanza bene Napoli. Nonostante ciò, spesso scopro delle zone della città di cui ignoravo l' esistenza.
La scoperta paesaggistica di cui voglio scrivere oggi l' ho effettuata due o tre settimane fa grazie al mio amico Antonio.
Si tratta della Gaiola, un tratto di costa all' altezza di Capo Posillipo, in pratica sotto il Virgiliano, isola verde forse più nota ai napoletani come 'Parco della Rimembranza'.

Partiamo nel primo pomeriggio e, giunti a Napoli, siamo accolti da un' atmosfera irreale. E' un giorno festivo ed è da poco trascorsa l' ora di pranzo per cui le strade sono quasi deserte, rare auto passano lente sul lungomare ed i tavolini dei tipici chalet di Mergellina sono ancora vuoti, in attesa dello scatenarsi della movida serale.
Da Mergellina saliamo sulla collina di Posillipo, con i finestrini aperti per respirare l' aria che sa ancora d' estate.
Poche centinaia di metri prima dell' inizio della discesa per Coroglio, giriamo a sinistra in via Tito Lucrezio Caro, che porta al Virgiliano. Circa 800 metri prima dell' ingresso principale del parco, più o meno dopo aver percorso mezzo chilometro di curve alberate e panoramiche, scorgiamo sulla sinistra una minuscola tabella di marmo su cui c' è scritto 'Discesa Gaiola'.
Dopo aver valutato se avventurarci in auto giù per la discesa o parcheggiare e scendere a piedi, optiamo per la seconda possibilità...che si rivelerà la scelta giusta!
Lasciata la macchina proprio all' angolo della stradina, cominciamo la discesa a piedi. La strada è abbastanza stretta tanto che in alcuni punti due auto affiancate non riuscirebbero a transitare. Inoltre la via è a fondo cieco e gli accessi alle abitazioni private sono chiusi da cancelli, per cui è difficile fare inversione ed è impossibile parcheggiare. Ma già l' avevamo intuito dal fatto che tutte le auto che imboccavano la Discesa Gaiola, sistematicamente tornavano su dopo cinque minuti.
La pendenza è abbastanza elevata, tanto che penso chissà come sarebbe farla in bici nel senso della salita. Pochi minuti e sono accontentato: da un tornante sbuca una ragazza in mountain bike che, con estrema difficoltà, ma senza demordere, ci sfila davanti e scompare oltre un tornante.
Man mano che scendiamo, sporgendoci dal basso muretto, riusciamo ad intravedere sul costone tufaceo alcune costruzioni antiche, grotte e alcune terrazze del Virgiliano.
In realtà si è scoperto che in quest' area sorgeva la villa di P.V.Pollione intorno alla quale c' erano altre numerose strutture. Nel corso dei secoli il fenomeno del bradisismo, tipico di questa zona, ha fatto sì che una parte della costa si inabissasse, portando con sè queste testimonianze del passato.
Percorriamo così in forte discesa circa 600 metri, fino a giungere ad un tornate destrorso. In questo tornante c' è una piccola stradina il cui accesso è protetto dall' ingresso degli scooter grazie a dei paletti. E' proprio qui che bisogna infilarsi per proseguire verso il mare. Invece noi puntualmente sbagliamo e continuiamo per un altro pò lungo la via principale fino ad arrivare in un punto non più asfaltato, dove ci sono delle case diroccate. Dopo esserci consultati un pò, decidiamo di tornare sui nostri passi, finchè non ci accorgiamo della stradina con i paletti e ritorniamo sulla retta via.
Dopo circa due-trecento metri ci appare una scaletta di ferro. Sceso dalla scaletta mi trovo di fronte il mare, che come sempre ha il potere di farmi sognare ad occhi aperti, ma mi mette anche un pò di malinconia. Percorriamo pochi metri lungo un molo molto basso, il porticciolo della Gaiola, finchè questo lascia il posto alla sabbia. Si tratta di una piccola spiaggetta sulla quale sono tirati in secca alcuni gozzi.
Mentre inizio ad armeggiare con la macchina fotografica penso che se vivessi qui potrei coltivare un' altra delle mie passioni: il kayak. Basterebbe avere anche solo un' oretta libera per attraversare l' uscio di casa, calare il kayak in acqua e farsi una sana pagaiata sottocosta! Credo che Napoli vista dal mare sia una cosa impareggiabile!
Perso nei miei pensieri sento il fruscio di una chiglia sulla sabbia. Mi giro e...che vedo? Un signore che sta tranquillamente rientrando da un giro in kayak! A questo punto, visto anche il precedente episodio della mountain bike, comincio a credere di avere doti di preveggenza, ma prontamente Antonio mi riporta alla realtà: ha scoperto, proprio su di un lato della spiaggetta, una gradinata che porta su una terrazza. In cima alle scale troviamo un cancello chiuso fiancheggiato da un basso muretto. Alcuni ragazzi che erano sulla terrazza scavalcano il muretto per tornare sulla spiaggia e noi, seguendo il loro esempio, ma in senso contrario, saltiamo a nostra volta. Ed è qui che facciamo la scoperta più emozionante della giornata o, come direbbe il mio amico, il punctum dell' uscita!
Ci troviamo su di una piccola striscia di costa fatta di tufo, saranno due-tre metri, stretti tra il muro di una costruzione alle nostre spalle ed il mare davanti a noi, mentre un ragazzo rientra dalla nuotata, qualche coppia guarda in silenzio il mare ed un pescatore studia con attenzione il galleggiante della sua canna. Alziamo gli occhi e di fronte a noi, a meno di dieci metri, ci sono due isolette, appunto gli isolotti della Gaiola, separati tra loro solo da una strisciolina di mare! La tentazione di raggiungerli a nuoto è forte! Se solo avessimo il costume!
Ma la cosa che più mi colpisce è il totale silenzio, interrotto solo dalle grida dei gabbiani, che mai avrei ritenuto possibile in una città come Napoli. Mi stupisce come a pochi metri in linea d' aria dal caotico traffico cittadino ci possa essere un' oasi di pace e tranquillità dove non giungono clacson, rumori di motori, voci umane...
Solo dopo verrò a sapere che quei due isolotti erano un tempo attaccati alla costa di Capo Posillipo e che il succitato bradisismo ha fatto sì che il mare ingoiasse il tratto di costa che li teneva uniti alla collina rendendoli di fatto delle isole a tutti gli effetti!
E sempre dopo verrò a sapere che esiste un ente, il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola, con sede appunto alla Gaiola, che organizza vari tipi di visite guidate, fra cui quelle subacquee al Parco Sommerso della Gaiola, alla scoperta di resti archeologici romani sommersi!
Ma le emozioni non finiscono qui. Dopo tante scoperte affascinanti, mentre ci avviamo verso la ripida salita che ci riporterà all' auto, la Gaiola ci saluta in maniera surreale: un signore si siede sul muretto da cui prima siamo scesi noi e comincia a suonare una specie di tastiera e un' armonica cantando in inglese qualcosa di vagamente country, mentre un anziano pescatore che era immerso nell' antico lavoro di riparazione delle reti da pesca alza la testa e, con un sorriso tra il divertito e l' ironico, fa: "E chi è chist, Bob Dylan?".

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